| ERANOS-JUNG LECTURES 2024 | Coming to the Self. Figures of an Endless Quest

EJL2024-07

Coming to the Self. Figures of an Endless Quest

Conferenza: Venire a capo di sé. Figure di una ricerca infinita

Relatore: Fabio Merlini (Fondazione Eranos, Ascona / SUFFP, Lugano)

Data: Venerdì 13 dicembre 2024, ore 18:30

Luogo: Monte Verità (Ascona), Auditorium

Ciclo: Eranos-Jung Lectures 2024 - I grandi cantieri della contemporaneità. Sguardi sui nodi del presente

Lingua: Italiano

Moderatore: Fabio Merlini (Fondazione Eranos, Ascona / SUFFP, Lugano)

A seguire, discussione con il pubblico e aperitivo

La videoregistrazione della conferenza sarà successivamente visionabile nel canale YouTube ufficiale della Fondazione Eranos.

Presentazione della conferenza

La locuzione indica il buon esito di un processo di chiarimento. Dove vi sarebbe un caput al quale volgersi, seguendo un percorso orientato a comprendere quell’ “essere sé” che è sempre anche un enigma (chi sono?), in ragione di una opacità la cui presa su ciò che siamo, possiamo e desideriamo essere (“questo non sono io”) è però evidentissima e talvolta persino spietata. Dunque: un caput cui dirigersi con l’obiettivo (desiderio, illusione, necessità) di risolverlo così da potersi risolvere in esso. Il linguaggio comune conserva inconsapevolmente una taccia di questo processo quanto per descrivere un carattere esemplare parla di “persona risolta” e, al contrario, di “persona irrisolta” per definire chi non sembra in grado di stabilire tra se e il mondo relazioni capaci di un loro equilibrio. Proprio come si dice “venire a capo di un problema” per indicare il percorso non lineare e inagevole, spesso un “rompicapo”, che sfocia nella sua soluzione, nella capacità infine conquistata di tenergli testa; lo stesso vale anche per quel rovello non trasparente che ognuno di noi è rispetto a se stesso. In entrambi i casi, misurandosi con esso, ci si muove in avvicinamento a qualcosa che occupa e preoccupa, che disturba, che invalida, più o meno silenziosamente. Sappiamo però che nella corrispondenza tra questa volontà necessaria di emendazione di sé e la sua possibilità risiede il solo margine di libertà che ci è concesso.

Bio-bibliografia del relatore

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La Fondazione ha voluto interpellare alcuni protagonisti del mondo culturale odierno, chiedendo loro di presentare i progetti e i temi sui quali stanno lavorando. L’idea è quella di far dialogare a distanza sguardi qualificati sui nodi del nostro presente, per evidenziarne i rischi, le opportunità e le prospettive. Non, certo, per ascoltare l’ultima parola su quanto accade oggi, bensì per entrare nei loro laboratori di pensiero e cercare di mettere a fuoco una sorta di geografia in fieri del tempo presente: per orientarsi, per trovarsi, per tracciare la mappa di possibili percorsi virtuosi – nonostante il disorientamento e l’incertezza che ci caratterizza, in un’epoca ricchissima di risorse tecnologiche, ma poverissima di futuro. Anziché invitarli a riflettere su un tema-fil rouge, come è prassi usuale delle Eranos-Jung Lectures, abbiamo voluto offrire ai relatori la possibilità di presentare al pubblico le questioni alle quali stanno lavorando, per vedere come si costruisca lo sguardo su un oggetto, attraverso quale sensibilità, quali preoccupazioni, quale desiderio di comprensione, quale metodo. E, ovviamente, quale passione. Sarà un viaggio che ci permetterà di visitare alcuni grandi “cantieri della contemporaneità” che lavorano su molteplici ambiti tematici: lo stato di salute delle nostre democrazie; il destino dell’oggetto “libro” e dell’interiorità nel tempo dell’infinita distrazione e dei social media; la realtà del metaverso, il superamento dell’umano e le risorse della mistica; il percettivo sonoro in una società che sollecita continuamente il senso dell’udito; la solitudine dell’artista nel mondo scintillante della mercificazione della creatività; le derive del divino; il senso del fare cultura. In sostanza: un viaggio fuori e dentro di noi.


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