| ERANOS-JUNG LECTURES 2024 | Dike, Polemos. On the Meaning of War

EJL2024-05

Dike, Polemos. On the Meaning of War

Conferenza: Dike, Polemos. Sul senso della guerra

Relatore: Massimo Donà (Università Vita-Salute San Raffaele, Milano)

Data: Venerdì 4 ottobre 2024, ore 18:30

Luogo: Monte Verità (Ascona), Auditorium

Ciclo: Eranos-Jung Lectures 2024 - I grandi cantieri della contemporaneità. Sguardi sui nodi del presente

Lingua: Italiano

Moderatore: Fabio Merlini (Fondazione Eranos, Ascona / SUFFP, Lugano)

A seguire, discussione con il pubblico e aperitivo

La videoregistrazione della conferenza sarà successivamente visionabile nel canale YouTube ufficiale della Fondazione Eranos.

Presentazione della conferenza

È difficile che nell’esperienza umana si trovino cose o persone solamente belle o solamente brutte, solamente buone o solamente cattive, solamente amabili o solamente odiabili… Lo sapeva bene già Catullo, che non a caso poteva scrivere: “Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile; non so, ma è proprio così e mi tormento” (“Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris; nescio, sed fieri sentio et excrucior” – Carme 85). Ci tormentiamo perché vorremmo che si potesse stare o da una parte o dall’altra. Perché vorremmo poter provare sentimenti puri, incontaminati, di un tipo o di un tipo radicalmente e assolutamente opposto. Eppure, non c’è nulla da fare: sembra che nella vita non si possa fare a meno di aver a che fare con una indistricabile confusione degli opposti. Ma, come accordare questo fatto con la convinzione eraclitea secondo cui per un verso “polemos (l’opposizione, la separazione) è padre di tutte le cose”, ma per un altro si dovrebbe anche riconoscere che “tutto è uno” (che tutto è unito e si richiama reciprocamente)? Quanto mai urgente, in tempi come i nostri, una riflessione sul senso della guerra – espressione che rinvia alla parola greca “polemos” –, cercando di rinvenirne le aporie nelle originarie testimonianze del pensiero greco. E, più in profondità, dunque, sul senso del rapporto tra identità e differenza.

Bio-bibliografia del relatore

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La Fondazione ha voluto interpellare alcuni protagonisti del mondo culturale odierno, chiedendo loro di presentare i progetti e i temi sui quali stanno lavorando. L’idea è quella di far dialogare a distanza sguardi qualificati sui nodi del nostro presente, per evidenziarne i rischi, le opportunità e le prospettive. Non, certo, per ascoltare l’ultima parola su quanto accade oggi, bensì per entrare nei loro laboratori di pensiero e cercare di mettere a fuoco una sorta di geografia in fieri del tempo presente: per orientarsi, per trovarsi, per tracciare la mappa di possibili percorsi virtuosi – nonostante il disorientamento e l’incertezza che ci caratterizza, in un’epoca ricchissima di risorse tecnologiche, ma poverissima di futuro. Anziché invitarli a riflettere su un tema-fil rouge, come è prassi usuale delle Eranos-Jung Lectures, abbiamo voluto offrire ai relatori la possibilità di presentare al pubblico le questioni alle quali stanno lavorando, per vedere come si costruisca lo sguardo su un oggetto, attraverso quale sensibilità, quali preoccupazioni, quale desiderio di comprensione, quale metodo. E, ovviamente, quale passione. Sarà un viaggio che ci permetterà di visitare alcuni grandi “cantieri della contemporaneità” che lavorano su molteplici ambiti tematici: lo stato di salute delle nostre democrazie; il destino dell’oggetto “libro” e dell’interiorità nel tempo dell’infinita distrazione e dei social media; la realtà del metaverso, il superamento dell’umano e le risorse della mistica; il percettivo sonoro in una società che sollecita continuamente il senso dell’udito; la solitudine dell’artista nel mondo scintillante della mercificazione della creatività; le derive del divino; il senso del fare cultura. In sostanza: un viaggio fuori e dentro di noi.


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